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La scelta di una stufa a pellet dipende innanzitutto dall’uso effettivo che se ne deve fare, con particolare attenzione alla potenza necessaria ad ottenere un certo riscaldamento, e conta quindi molto, in generale, il tipo di comodità che si vuole ottenere con l’acquisto di questo ecologico impianto di riscaldamento.
Al momento della scelta della stufa a pellet per prima cosa bisogna decidere se optare per la tipologia ad aria oppure per quella ad acqua (idro). Quest’ultima permette di produrre acqua calda per uso sanitario e per i radiatori. La stufa ad aria consente di diffondere l’aria calda in più stanze, previo sistema di canalizzazione.
Criteri per la scelta delle stufe a pellet
I criteri per la scelta della stufa a pellet variano a seconda di diversi fattori. In primo luogo è necessario conoscere le dimensioni dell’ambiente da riscaldare. La grandezza dello spazio a disposizione va direttamente ad incidere sulla potenza della stufa da acquistare e ciò a sua volta determina una scelta per la fascia di prezzo a cui ci si deve attenere.
Ad esempio, se un appartamento ha una superficie di 80 metri quadri ed una altezza di circa 3,0 metri, la cubatura totale sarà di 240 metri cubi. Tali dimensioni necessitano di una stufa che abbia la potenza di almeno 9,7 KW.
Una volta determinata la potenza si passa alla scelta del modello. Se una casa è disposta su più piani, si può usufruire lo stesso di una stufa a pellet, l’importante è che la stufa stessa sia presente al piano più basso e che vi siano una serie di tubi attraverso i quali il calore possa essere trasportato ai piani superiori, come se vi fosse il normale riscaldamento.
In questo caso si tratta in definitiva di scegliere tra stufe canalizzate, che però hanno dei costi leggermente superiori rispetto a quelli di altri tipi di stufe a pellet, che offrono una diffusione di calore più ampia e distribuita su diversi piani. Nelle stufe a pellet canalizzabili l’aria calda prodotta dal fuoco viene spinta dal ventilatore nella canalizzazione e raggiunge più ambienti della casa, consentendo una distribuzione uniforme del calore dall’alto senza sollevare polvere e batteri.
Stufa a pellet canalizzata
Le stufe canalizzate sono pertanto indicate:
– quando si vogliono riscaldare più ambienti con un’unica fonte di calore;
– se l’esigenza primaria è ottenere un caldo sano e confortevole in tutta la casa, riducendo drasticamente i consumi;
– qualora non si vogliono eseguire importanti lavori di muratura.
Scegli la stufa a pellet canalizzata che preferisci.
Per ambienti più piccoli e su un piano unico sono sufficienti le stufe ventilate: sono dotate di un ventilatore che spinge costantemente l’aria calda prodotta dal focolare.
Stufa a pellet ventilata
– per integrare il sistema di riscaldamento esistente e ridurre sensibilmente i consumi;
– per ottenere in brevissimo tempo la temperatura desiderata (infatti, grazie alla ventilazione forzata, l’aria calda si diffonde rapidamente e in modo omogeneo assicurando un comfort sano e costante).
L’autonomia di una stufa a pellet domestica varia dalle 15 alle 45 ore; passato questo tempo il serbatoio del pellet deve essere di nuovo riempito. Comunque, l’autonomia varia anche in funzione della qualità del pellet e dalla potenza dell’impianto.
Anche il tipo di accensione determina i diversi modelli e quindi i diversi prezzi delle stufe a pellet: i tipi più tradizionali di stufe sono quelle che hanno una accensione manuale, quindi data tramite fiammiferi o liquido infiammabile per avviare la combustione.
Altri modelli di stufa a pellet
Altri modelli, invece, sono da considerare semi automatici e self starting in quanto prevedono di accendere la stufa premendo un pulsante posto direttamente sopra di essa oppure tramite un telecomando. Esistono anche modelli completamente automatici, che sono dotati di un termostato al quale poter indicare la temperatura e l’orario di avvio e spegnimento, leggi la nostra guida su come riconoscerli!
Si ritrovano in commercio stufe a pellet in ceramica, maiolica, ghisa, acciaio e pietra ollare.
Le stufe rivestite in ceramica hanno il vantaggio di mantenere le proprie superfici fredde, quindi di non scottare, ma raggiungono temperature elevate di calore in maniera abbastanza lenta. Spesso sono decorate con le maioliche e quindi realizzate con pannelli di argilla refrattaria, che hanno smalti che mantengono i decori a qualsiasi temperatura.
Le stufe con rivestimento in ghisa raggiungono elevate temperature ma permettono meno elementi decorativi, quindi si presentano con una linea più sobria oppure ispirata al design vintage.
I rivestimenti in acciaio permettono di seguire un design che meglio si accosta ad un ambiente contemporaneo, con rivestimento dalla facile pulizia e dal risultato immediato di ordine e linearità, puntando sull’efficienza.
Il rivestimento in pietra ollare probabilmente è il migliore, in quanto permette un grande accumulo di calore e quindi una migliore sua distribuzione nell’ambiente circostante.
Per chi necessita di perseguire uno stile rustico nella propria abitazione. Il rivestimento adatto è invece il cotto, che offre anche una elevata capacità di trasmissione del calore nell’ambiente circostante.
Calcolo del fabbisogno termico
Esiste una formula matematica che consente un calcolo approssimativo del fabbisogno termico. Bisogna però tenere presente che è un risultato indicativo, poiché ci sono moltissime variabili che possono incidere sul reale fabbisogno dell’abitazione; alcune delle quali difficilmente quantificabili. Quindi quanto esposto di seguito deve essere considerato un puro orientamento alla fascia di prodotto che può essere più idonea alla vostra esigenza.
Il calcolo matematico fornisce il totale delle Kilocalorie necessarie a scaldare l’abitazione utilizzando come dati di partenza il totale dei metri cubi da scaldare; un coefficiente termico che indica le calorie necessarie per metro cubo e che può oscillare tra un valore che va da 30 a 40 kcal/mc. A seconda delle condizioni termiche dell’abitazione e del suo posizionamento geografico.
Per comprendere meglio il concetto facciamo un semplice esempio. Per calcolare il fabbisogno termico di: un appartamento in pianura in zona non particolarmente fredda; di 80 mq e soffitti non più alti di 3 mt; Isolamento termico medio con mono-vetri alle finestre il fabbisogno termico si calcola:
– Superficie x h x coefficiente termico = Kcal necessarie
– Es. 80 mq x 3 mt x 35 Kcal/mq = Kcal 8.400
È stato scelto un coefficiente termico pari a 35 in quanto ci si trova in una condizione ambientale media, ovvero non si è in una zona particolarmente fredda ed esiste un minimo di isolamento. Se invece ci si trovasse in condizioni peggiori, ad esempio, un’abitazione priva di qualsiasi forma di isolamento situata oltre i 1000m. Si deve impostare il coefficiente termico a 40, ovvero al valore più elevato. Contrariamente, se la casa si trova in una zona dell’Italia Meridionale, dove il clima è sicuramente più mite, allora si può valorizzare a 30 il coefficiente termico. Tornando all’esempio pratico, la formula ha dato come risultato 8400 Kcal/h. Per trasformare questo valore in Kw utilizzare la seguente formula:
– Kcal/862 = kW
Nell’esempio: 8400 Kcal/h/862 = 9.7 Kw – si possono considerare per l’acquisto stufe che producono circa 9.7 – 10 Kw.
Sicurezza e protezione della stufa a pellet
L’installazione di una stufa a pellet è disciplinata dalla legge. Le norme di riferimento sono la Uni En 14785 per la certificazione degli apparecchi rispetto a prestazioni (rendimento, efficienza, emissioni) e sicurezza e la Uni 10683 per l’installazione. Prima di scegliere una stufa a pellet ricordarsi di informarsi circa il costo dell’installazione. Che deve essere sempre effettuata da un tecnico abilitato a certificare l’impianto secondo la Uni 10683. La normativa vieta l’installazione in ambienti in cui sono presenti apparecchi a gas di tipo non stagno e nelle cucine dotate di ventilatori o aspiratori che possano mettere in depressione il locale.
Cos’è il pellet?
Sul mercato sono presenti numerosi modelli, con estetica e tecnologia differente. Alimentati a pellet, piccolo concentrato di segatura di legno non trattato e pressato. La sua resa calorica, molto alta, lo rende paragonabile ad altri combustibili utilizzati in questi ambiti come il metano e il gasolio.
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